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Immagine del redattoreSalvatore Cirilla

A chi rivolgersi per eredità senza testamento

Quali sono i passaggi da affrontare per acquisire la propria quota ereditaria, in mancanza di ultime volontà del defunto?


Prima o poi, nella vita, avremo a che fare con la morte di un nostro caro. Succede che chi ci lascia non sempre dispone delle sue ultime volontà testamentarie, lasciando, viceversa, alla legge il compito di stabilire le quote che i successori legittimi otterranno dal proprio asse ereditario. Vedremo qui cosa fare, in mancanza di testamento, per subentrare nell’asse ereditario del defunto Cos’è la successione? Nel diritto, la successione si sostanzia nel subentrare nei rapporti patrimoniali, e non, del soggetto deceduto. Il soggetto che subentra, detto successore o avente causa, è legato al dante causa (colui che muore) o sulla base di volontà di quest’ultimo (testamento), o sulla base di una parentela, più o meno stretta, riconosciuta dalla legge come meritevole di interesse all’acquisto dell’eredità. E così, esistono due tipi di successione: quella testamentaria, regolata dalle volontà espresse in vita dal de cuius, e quella legittima, disciplinata esclusivamente dalla legge. Cosa bisogna fare al momento della morte del de cuius? La prima cosa da fare è accertarsi che il soggetto venuto a mancare abbia o meno redatto un testamento con cui disporre delle sue ultime volontà. In questo caso la ricerca varia a seconda del tipo di testamento redatto:

  • se il testamento è “olografo”, cioè redatto di pugno dal de cuius, allora non potrà che trovarsi all’interno dell’abitazione di quest’ultimo, a meno che questi – in vita – non abbia consegnato il testamento ad un terzo per conservarne l’integrità e la genuinità,

  • se è “pubblico”, allora basterà recarsi dal Notaio presso cui è stato redatto e depositato per la relativa pubblicazione;

  • se è “segreto”, o vi sono dubbi sull’esistenza o meno del testamento pubblico, ci sarà sempre la possibilità per gli eredi di verificarne l’esistenza tramite il Consiglio Notarile Distrettuale del territorio cui appartiene l’ultimo domicilio del defunto per effettuare le relative ricerche.

Usualmente è lo stesso Notaio che, avendo un obbligo di comunicazione, contatta gli eredi; tuttavia, può capitare che lo stesso Pubblico Ufficiale non venga, nell’immediatezza, a conoscenza del decesso. Pertanto, per fugare ogni dubbio, conviene sempre verificare dai pubblici registri. Una volta appurata la mancanza di disposizioni testamentarie, non resta che presentare la dichiarazione di successione legittima. A chi presentare la dichiarazione di successione? La dichiarazione di successione va presentata all’Ufficio dell’Agenzia delle Entrate competente per territorio. Basterà recarsi allo sportello successioni, presentando la documentazione occorrente e pagare le varie imposte previste dalla legge, variabili a seconda della consistenza dell’asse ereditario: così, in caso di presenza di beni immobili da succedere, dovrà pagarsi l’imposta ipotecaria (2% del valore del bene immobile), l’imposta catastale (1% del valore del bene immobile), l’imposta di bollo, la tassa ipotecaria e tributi vari, questi ultimi in misura fissa. Quali documenti occorre presentare? I documenti che vi richiederanno, nella norma, presso l’ufficio dell’Agenzia delle Entrate che riceverà la vostra domanda di successione sono:

  • certificato di morte (che sarà possibile autocertificare),

  • certificato di stato di famiglia degli eredi (che sarà possibile autocertificare),

  • certificato di stato di famiglia del defunto (che sarà possibile autocertificare),

  • certificati catastali aggiornati per i beni immobili di proprietà del de cuius,

  • eventuale copia fattura delle spese funerarie da detrarre (con detrazione massima di € 1.032,91).

A seconda delle circolari interne adottate dai singoli Uffici, potranno essere richiesti ulteriori documenti ma, in linea di massima, saranno quelli sopra elencati i documenti necessari da presentare allo sportello. Cosa fare una volta presentata la dichiarazione di successione? Una volta presentata la dichiarazione di successione, col relativo attestato rilasciato dall’Agenzia delle Entrate, potrete recarvi presso gli istituti di credito, o postali, dove sono accesi i conti correnti del de cuius al fine di ottenere la liquidazione e la ripartizione delle somme ivi giacenti. Per quanto riguarda i beni immobili sarà l’Agenzia delle Entrate a comunicare la denuncia di successione al Catasto e in Conservatoria, al fine di provvedere all’aggiornamento dei relativi dati. Mentre con riguardo ai beni mobili, saranno gli stessi eredi – con senso civico – a provvedere alla ripartizione di quanto presente all’interno dell’appartamento del de cuius. In mancanza di accordo, l’unica strada percorribile rimarrà quella giudiziaria dove, con la nomina di un perito, il Giudice conoscerà il valore di quei beni e, successivamente, disporrà un’equa divisione. IN PRATICA La successione può essere testamentaria, in presenza di disposizioni del defunto in vita, o legittima, disciplinata cioè dalle norme previste dal codice civile. La prima cosa da fare è verificare la presenza di disposizioni testamentarie, o presso l’abitazione del de cuius, o presso amici intimi o professionisti delegati da quest’ultimo. In mancanza, bisognerà recarsi presso l’Ufficio dell’Agenzia delle Entrate competente per presentare la dichiarazione di successione. Ci saranno dei certificati da allegare e delle imposte da pagare, a seconda dei beni caduti in successione. Una volta depositata la dichiarazione di successione, con la documentazione rilasciata dall’Agenzia delle Entrate, potremo recarci presso gli Istituti bancari e postali per avviare la pratica di liquidazione delle somme giacenti nei conti correnti e provvedere alla divisione dei beni mobili di proprietà del defunto. Per quanto riguarda i beni immobili, sarà la stessa Agenzia delle Entrate ad inviare denuncia di successione in Conservatoria e al Catasto per i dovuti aggiornamenti.

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