top of page
Cerca
Immagine del redattoreSalvatore Cirilla

Come difendersi dal pignoramento pensioni

Quali strumenti hai a disposizione per evitare che le tue uniche entrate economiche vengano aggredite dai creditori?


Chiunque nella propria vita ha maturato dei debiti nei confronti di qualcuno: pensiamo al classico mutuo bancario, necessario all’acquisto di una casa, al prestito utile all’acquisto di una vettura o, ancora, ad una semplice fornitura. È ovvio che i debiti vengono contratti per essere saldati; tuttavia, i casi della vita, alle volte, ti pongono davanti a delle difficoltà insormontabili, che non ti permettono di mantenere la parola data con il proprio creditore. Così, ti ritrovi con questo debito pendente a vita, anche in una fase storica in cui hai smesso di lavorare per raggiunti limiti d’età e ti ritrovi a godere della tua pensione. Succede, quindi, che non hai più la possibilità di pagare il debito, visto che la pensione percepita non ha lo stesso contenuto dello stipendio che percepivi e, comunque, non hai più ulteriori entrate di quel tipo.


Nonostante ciò, il creditore non è interessato a trattare un piano di rientro e ti ritrovi a doverti difendere in giudizio. Quindi, ti chiedendo come difendersi dal pignoramento pensioni. In questo articolo, scoprirai quali strumenti il legislatore ti mette a disposizione per tutelare il tuo patrimonio pensionistico.


Indice


Cos’è il pignoramento presso terzi?

Si tratta di una particolare procedura esecutiva che, a differenza delle altre, non coinvolge solo debitore e creditore, ma anche un terzo, estraneo al rapporto debitorio originario.


Con questa tipologia di esecuzione mobiliare, la legge permette al creditore di agire contro il debitore del suo debitore, sebbene alcun rapporto lo colleghi in via originaria.


Facciamo alcuni esempi.


 

Esempio

Se una persona avanza una determinata somma di denaro da un’altra persona che, a sua volta, possiede delle somme di denaro presso una banca, allora la persona creditrice potrà direttamente pignorare le somme in giacenza presso la banca, nonostante non abbia un rapporto diretto con l’istituto di credito, ma interposto con il debitore originario.


 

Un altro caso può riguardare l’eventuale contratto di locazione esistente tra il debitore, proprietario di un immobile, e il proprio inquilino. Il debitore sarà a sua volta creditore dell’inquilino per l’importo mensile che quest’ultimo dovrà versare a titolo di canoni di locazione. Così, il creditore originario, sebbene non abbia alcun rapporto con l’inquilino, potrà notificargli il pignoramento presso terzi, e così pignorare le somme che quest’ultimo, in qualità di terzo debitore, deve al suo debitore originario.


Il pignoramento della pensione

Si tratta di un pignoramento presso terzi tipico, avente delle sue particolari peculiarità. Per certi versi, è simile al pignoramento dello stipendio: in tutti e due i casi, si pignora il quinto dell’emolumento percepito, da un lato dal datore di lavoro, dall’altro dall’ente previdenziale.


I due istituti si differenziano, però, per la maggior tutela riconosciuta dalla legge al pensionatoche, come vedremo, non può essere esecutato se percepisce una somma inferiore ad una soglia fissata dalla legge, sotto la quale la pensione è considerata minimo sostentamento vitale per la persona.


Scoprire se un soggetto percepisce la pensione è molto più semplice rispetto a provare l’esistenza di un rapporto di lavoro: per la pensione di vecchiaia, ad esempio, basta fare un calcolodell’età del debitore e confrontarlo con l’età pensionabile per verificare se è maturato il diritto a percepire quella somma.


Importo massimo di pignorabilità della pensione

Come anticipato, la legge pone dei limiti di pignorabilità della pensione al fine di garantire un sostegno vitale minimo al destinatario di quell’esecuzione mobiliare presso terzi.


Il limite non riguarda solo quanto può essere pignorato al debitore (il quinto della pensione), ma anche la soglia sotto la quale il pignoramento è dichiarato inammissibile. Questo limite varia di anno in anno, a seconda della rivalutazione fatta dall’Inps sull’assegno sociale; infatti, il limite è stabilito nell’importo dell’assegno sociale, aumentato della metà.


Per il 2020, l’importo dell’assegno sociale è stato fissato in 453 euro e, dunque, il limite del pignoramento della pensione sarà pari a 679,50 euro, ossia pari alla somma tra 453 euro e 226,50 euro. Se la pensione netta percepita dal debitore è inferiore a questo importo allora non potrà essere aggredita da un’azione esecutiva.


Procedura pignoramento pensione

La prima fase del pignoramento presso terzi inizia con la notifica dell’atto esecutivo al debitore e all’Inps. Quell’atto contiene due avvisi, rivolti reciprocamente alle due parti:

  • all’Inps di trasmettere la dichiarazione con la quale confermare o smentire l’esistenza di una pensione e l’avvertimento che, in caso di esistenza, dovrà custodire le somme pignorate, quale custode giudiziario, senza danneggiare le ragioni del creditore procedente;

  • al debitore principale la possibilità di partecipare all’udienza di citazione per eventualmente opporsi alla procedura, oltre che la possibilità di poter convertire il pignoramento con il deposito di una somma di denaro.


Dopo aver notificato l’atto di pignoramento, l’avvocato del creditore procederà a ritirare l’atto dall’ufficio notifiche per procedere all’iscrizione della procedura entro trenta giorni dal ritiro.


In quel lasso di tempo, si attenderà la dichiarazione dell’Inps, al fine di sapere se effettivamente esista un rapporto pensionistico e, dunque, l’ammontare dello stesso. Così potrai capire anche se l’importo della pensione oltrepassi il limite stabilito dalla legge per procedere al pignoramento o meno.


Se non esiste una pensione, o se l’importo della stessa non è sufficiente ad ottenere un’assegnazione delle somme, allora il creditore non avrà motivo di iscrivere il pignoramento, che comporterebbe solo spese giudiziali, che non gli sarebbero rimborsate.


Viceversa, forte della dichiarazione positiva del terzo, procederà all’iscrizione del pignoramento. Una volta schedata la procedura al tribunale di competenza, sarà confermata l’udienza di citazione, dove il giudice provvederà all’assegnazione del quinto della pensione pignorata, a meno che non intervenga l’opposizione del debitore. Infatti, può accadere che, in questa fase, il debitore presenti opposizione al pignoramento contestando il diritto a trattenere la propria pensione e chiedendo la sospensione della procedura.


In questa ipotesi, il giudice non potrà subito assegnare le somme, ma dovrà preliminarmente verificare se l’opposizione sia, ad una prima valutazione, fondata; in quest’ultimo caso, sospenderà l’esecuzione, in attesa di meglio indagare sulle ragioni avanzate dal debitore.


Come difendersi dal pignoramento della pensione?

La pensione è un emolumento automatico, che scatta al maturare di alcuni requisiti, quale il raggiungimento dell’età per la pensione di vecchiaia, o il riconoscimento di una particolare infermità come per le pensioni di invalidità.


Per questo motivo, non è possibile nascondere ai creditori la ricezione di queste somme; a questi ultimi basterà fare un semplice calcolo dell’età anagrafica per presumere il percepimento delle somme pensionistiche. Pertanto, occorrerà muoversi in anticipo al fine di cercare di difendere la propria entrata economica, così come percepita dall’Inps.


Se non riconosci il tuo creditore, la prima cosa da fare è contestare la procedura di recupero del credito sin dall’inizio, al fine di evitare che la stessa si concluda con un provvedimento che, passato in giudicato, non sia più contestabile nel merito.


Facciamo un esempio.


 

Esempio

Se il tuo potenziale creditore rivendica in giudizio delle somme che tu, invece, disconosci, sarà necessario costituirsi in quella procedura con un avvocato e contestare le sue ragioni. In mancanza, la sentenza che emetterà il giudice di riconoscimento di quel credito diventerà inoppugnabile. In futuro, non potrai più contestare quel credito, anche se hai ragione da vendere. Non ti resterà, quindi, che accettare l’idea che la tua pensione venga trattenuta, nei limiti di legge.


 

In realtà, esiste uno strumento, non proprio convenzionale o, per meglio dire, legale, alle volte utilizzato furbescamente, che può impedire o, quantomeno, limitare il pignoramento della tua pensione.


Il soggetto debitore, di comune accordo con un finto creditore (un amico, o un parente), crea una posizione debitoria pregressa simulata. In questo modo, potrebbe subire un pignoramento preventivo della sua pensione (le cui somme saranno restituite sotto banco dal tuo finto creditore) che così ostacoli il successivo pignoramento del suo creditore reale; quest’ultimo, infatti, dovrà attendere che il primo pignoramento si soddisfi completamente prima di avere soddisfazione personale, a meno che la sua pensione non sia di importo così elevato da contenere il pignoramento di due quinti della pensione.


Così, ad esempio, se il debitore percepisce una pensione pari a 700euro, il primo pignoramento del quinto dello stipendio ostacolerà la soddisfazione del credito portato dal secondo pignoramento, mentre se la pensione che percepisce è pari a 2mila euro, con ogni probabilità, andrà incontro al doppio pignoramento della pensione.


Inoltre, se il creditore effettivo dovesse venire a conoscenza di questa condotta poco trasparente, potrebbe presentare un’opposizione al pignoramento simulato e, quindi, ottenere la revoca; spetterà a lui l’arduo compito di dimostrare che il credito che lo precede è fittizio e finalizzato a danneggiare le sue ragioni.


Altra procedura, sempre poco corretta, è quella di muoversi in anticipo e chiedere un prestito con cessione del quinto della pensione, anche se il debitore non ne ha la necessità. In questo caso, quella cessione ridurrà la capienza della pensione e ostacolerà il creditore dalla possibilità di soddisfarsi del proprio credito, fino a quando non sarà estinta quel preventivo finanziamento.






1 visualizzazione0 commenti

Post recenti

Mostra tutti

Comments


bottom of page