In mancanza di documenti, che strumenti hai per dimostrare la soddisfazione dei compensi del tuo legale?
Pagare l’avvocato quando si vince una causa può essere, spesso, un piacere, pagarlo quando si perde è solo un dovere. Ma cosa succede se il tuo avvocato, all’apparenza corretto, dimostra di essere una persona poco raccomandabile, a tal punto da negare di aver ricevuto il pagamento della parcella? Cosa succede se ti richiede un pagamento già effettuato in passato? Puoi opporti, dimostrando la corresponsione dei compensi? E in che modo? In questo articolo analizzeremo gli obblighi di preventivo dei professionisti, la natura della parcella, per poi verificare le conseguenze del mancato pagamento avvocato: valida la testimonianza dell’ex cliente? Sul punto è intervenuta un’interessante sentenza della Cassazione, che chiarirà alcuni dubbi sul punto.
Cos’è la parcella?
Tale termine è utilizzato per indicare quel documento contenente i compensi di un professionista, richiesti per l’attività espletata in tuo favore.
Solitamente, con riguardo ai legali, questo documento viene emesso solo dopo aver incassato la somma dal cliente, in quanto la parcella rileva fiscalmente, come prova del pagamento ricevuto.
Diversamente, il professionista correrebbe il rischio di dover pagare le tasse, senza avere ancora incassato il compenso.
La parcella è sempre anticipata da un documento preventivo, che può assumere diversi nomi, anche se relativi al medesimo contenuto: preavviso di parcella, notula, pro forma, sono tutti sinonimi e identificano il documento con il quale il libero professionista indica le somme che gli spettano per il lavoro espletato, oltre che le modalità di pagamento.
Obbligo di preventivo
Sulla scorta delle vicende che spesso hanno interessato clienti che, non consapevoli dei costi, si ritrovavano, solo alla fine della vicenda giudiziaria, a far fronte a parcelle esose, il legislatore ha cercato di far fronte a tale problematica, con l’obbligo di trasmissione di un preventivo da parte del legale.
Grazie a questo documento, il cliente sarà informato, non solo dei rischi e delle probabilità di riuscita della vicenda giudiziaria, ma anche dei prevedibili costi da affrontare per ottenere tutela dei propri diritti.
Il legale dovrà inserire tutte le voci di spesa, comprese le trasferte, i bolli, i contributi, le variabili e, infine, i compensi previsti, parametrandoli all’importanza e difficoltà della causa da intraprendere; il legale, poi, indicherà anche le modalità previste per il pagamento e le tempistiche che potrà dividere o per fasi di giudizio, o per periodi (mesi, trimestri, semestri).
Conseguenze assenza preventivo
La mancata consegna del preventivo non ti riconosce il diritto di non pagare i compensi professionali dell’avvocato, il quale – avendo lavorato – ha diritto a ricevere un corrispettivo economico.
Certo, mancando un accordo col cliente, il corrispettivo sarà determinato sulla base dei parametri previsti dalla legge [1]. Pertanto, l’avvocato non potrà chiederti il pagamento di una cifra ingiustificata, a suo insindacabile giudizio, ma dovrà rispettare quanto determinato dal legislatore.
La sanzione prevista per il mancato preventivo è di natura disciplinare, in quanto tale inadempimento costituisce illecito deontologico per l’avvocato. In pratica, potresti denunciare l’assenza di preventivo al consiglio dell’ordine di appartenenza dell’avvocato, che avvierà un procedimento disciplinare a suo carico.
Come pagare l’avvocato?
Il tuo legale può essere pagato attraverso tutte le modalità consentite dalla legge: bonifico bancario, assegno, cambiale, o tramite contanti, nel rispetto del limite massimo consentito.
Se non avete concordato preventivamente una modalità ben precisa, allora sarai libero di scegliere il modo più comodo per adempiere alla tua obbligazione; se, invece, è stato concordato nel preventivo un determinato metodo, allora dovrai rispettare tale indicazione.
La raccomandazione più importante da seguire riguarda l’attenzione da prestare alla prova del pagamento; se l’accordo sui compensi prevede il versamento di diversi acconti, per i quali l’avvocato non emetterà fattura, decidendo di rilasciarla in un’unica soluzione solo a completamento del lavoro, dovrai tutelarti, richiedendo una quietanza di pagamento, che dimostri l’avvenuto versamento dell’acconto. In questo modo, potrai conservare un documento che, a firma del legale, attesti l’importo fino a quel momento versato in favore dello studio professionale.
Cosa succede se non paghi avvocato?
Come tu hai il sacrosanto diritto di essere tutelato legalmente dall’avvocato che ha assunto l’incarico di difenderti, anche quest’ultimo ha il diritto – come tutti i lavoratori – di ricevere il pagamento per il servizio offerto.
Il pagamento dovrà essere effettuato a prescindere dall’esito positivo della vicenda che ha visto il legale impegnato a tutelare i tuoi diritti. Infatti, l’obbligazione contrattuale che assume il professionista è di mezzi, e non di risultato: ciò significa che non potrai pretendere di ottenere un risultato positivo, ma potrai pretendere un servizio legale professionale, senza sbavature.
Ma cosa succede se non sei rimasto soddisfatto dell’esito giudiziario? Puoi decidere di non pagare l’avvocato? Evidentemente no. Il rischio è di ricevere un’ingiunzione di pagamento da parte dell’autorità giudiziaria che ti condanni al pagamento della parcella, maggiorata di ulteriori spese legali.
Se, però, da un lato sarai costretto a pagare la parcella del tuo legale, sempre se corrispondente agli accordi precedentemente presi, dall’altro potrai rivendicare eventuali errori commessi dal professionista, che hanno provocato l’esito negativo della causa; in questo modo, potrai ottenere un risarcimento del danno patito, ma sempre dopo aver dimostrato che, senza quell’errore, avresti ottenuto con elevata probabilità, il risultato sperato.
Testimonianza come prova di pagamento
Solitamente, quando ci si relaziona con un professionista, si presume non capiti mai un fatto del genere; ma anche gli avvocati sono persone, e dietro di loro può sempre nascondersi qualche soggetto poco raccomandabile.
E così, ti sei fidato, hai pagato la parcella in contanti e non hai ricevuto in cambio alcuna quietanza di pagamento. Come fai a dimostrare di aver adempiuto ai tuoi obblighi? Puoi far testimoniare qualcuno a te vicino, che ha avuto conoscenza dei pagamenti?
In un caso trattato di recente dalla Cassazione [2], il tribunale di primo grado aveva rigettato l’opposizione proposta dal cliente avverso il decreto ingiuntivo che intimava il pagamento della parcella dell’ex avvocato, a titolo di compenso professionale per l’attività prestata nella causa di risarcimento danni da sinistro stradale, definita in via transattiva. Diversamente, la Corte d’appello aveva ribaltato la decisione, revocando il decreto ingiuntivo, in quanto aveva ritenuto provato il pagamento di acconti tramite prova testimoniale.
L’avvocato era, quindi, costretto a ricorrere in Cassazione, contestando, tra le altre cose, il divieto di testimonianza previsto per i contratti ed esteso ai pagamenti di valore superiore ad euro 2,58 [3].
Tuttavia, secondo il consolidato e risalente orientamento della Cassazione, è ammessa la deroga al divieto della prova testimoniale in ordine al pagamento delle somme di denaro eccedenti il limite, anche se condizionata ad una concreta valutazione delle ragioni in base alle quali, nonostante l’esigenza di prudenza e di cautela, la parte non abbia curato di predisporre una documentazione scritta.
Per tali motivi, la causa è stata rinviata alla Corte d’appello, affinché quest’ultima operi una preventiva valutazione e, quindi, stabilisca se la deroga del limite fosse giustificabile o meno, anche verificando se la mancanza di documentazione scritta fosse frutto di una responsabilità del legale.
Note
[1] Decreto ministeriale n.55 del 2014
[2] Cass. civ., sez. II, n.7940/2020 del 20.04.2020
[3] Art.2721 cod. civ.
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