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Immagine del redattoreSalvatore Cirilla

Quali diritti si acquisiscono con la cittadinanza italiana?

In che modo viene tutelato il soggetto che acquisisce questo particolare status?


Spesso snobbiamo l’importanza di essere cittadini dello stato italiano. Essendo un qualcosa assegnatoci sin dalla nascita, non riusciamo a percepirne l’importanza, così come – al contrario – viene percepita dal cittadino straniero che, per vari motivi, più o meno importanti, cerca di ottenere questo particolare status riconosciuto dalla legge. Il fatto di essere sempre stati cittadini italiani fa perdere di vista i diritti civili, politici e sociali che questo status porta con sé: diciamoci la verità, per noi è tutto scontato, ma non è proprio così. In questo articolo, dopo aver analizzato la natura giuridica e le modalità in cui si può ottenere, scoprirai quali diritti si acquisiscono con la cittadinanza italiana, analizzando poi la differenza con la cittadinanza europea, ultimo baluardo di quell’unione, tanto bistrattata da alcuni partiti politici nazionali.



Cos’è la cittadinanza?

È una particolare condizione giuridica che una determinata persona assume all’interno di uno specifico Stato, per il legame intercorrente con quest’ultimo.


Questo status trasmette alla persona una serie di benefici di natura civile, politica e sociale, che permettono al cittadino di usufruire di vari diritti, che uno straniero non può godere.


La cittadinanza può anche essere acquisita in più Stati, a seconda delle modalità differenti previste in ogni singolo territorio; tuttavia, in alcune zone (come il Giappone), se acquisisci una cittadinanza diversa, automaticamente perdi quella originaria.


Come si acquisisce la cittadinanza italiana?

La regola stabilisce che, nel nostro ordinamento, la cittadinanza si acquisisca tramite il diritto di sangue e, cioè, con la nascita, o l’adozione, avvenuta da parte di cittadini italiani.


A questa regola, poi, si affiancano alcune eccezioni:

  • la cittadinanza acquisita per il fatto di essere nato sul territorio dello Stato da genitori privi di altra cittadinanza, o da genitori ignoti;

  • la cittadinanza acquisita per aver contratto matrimoniocon un cittadino italiano, attraverso il riconoscimento che viene effettuato dal prefetto della provincia di residenza del richiedente;

  • la cittadinanza acquisita per naturalizzazione, dopo aver soggiornato per almeno dieci anni nel territorio italiano, e aver dimostrato un’autonomia economica sufficiente, la mancanza di precedenti penali o di motivi ostativi per la sicurezza.


Esistono, poi, casi ancor più eccezionali di acquisizione: parliamo della cittadinanza riconosciuta per meriti speciali, tramite provvedimento del Presidente della Repubblica che, su proposta del ministero dell’interno, può avviare tale procedura, in caso di compimento di atti particolari che hanno distinto la persona durante la permanenza nello Stato (un gesto eroico, ad esempio).


La questione della cittadinanza, anche oggi, è molto discussa a livello politico, poiché la scelta di allargare le maglie di questo status anche a chi, a prescindere dalla provenienza genitoriale, nasca all’interno del suolo italiano (il cosiddetto ius soli), fa parte di quel forte contrasto che vede contrapposti i partiti politici a favore dell’integrazione e i partiti avversi ai movimenti migratori.


Quali diritti conferisce la cittadinanza italiana?

Come anticipavo, la cittadinanza non è semplicemente una condizione formale, priva di alcun effetto, ma porta con sé diversi vantaggi per il cittadino, sia di natura civile, politica che sociale.


Va detto che lo Stato italiano riconosce parte di questi diritti anche ai non cittadini, ricorrendone i requisiti, e grazie ad impegni internazionali intervenuti nel corso della storia della nazione e alla protezione riservata dalla Costituzione; tale riconoscimento si ha soprattutto a livello civile e sociale, mentre a livello politico rimane fermo il vincolo con la cittadinanza.


Ad ogni modo, dal punto di vista civile, al cittadino italiano viene garantita l’eguaglianza dinanzi alla legge, a prescindere dal sesso, dalla razza, dalla lingua, dalla religione o dalle opinioni politiche. Questo riconoscimento si traduce in libertà di movimento, di associazione, di religione, di riunione, di tutela della proprietà e, in genere, in tutte le libertà civili che lo Stato si impegna a garantire, rimuovendo gli ostacoli che ne limitano il godimento.


Dal punto di vista politico, il cittadino potrà decidere, col suo voto, chi formerà il governo nazionale, ma anche quello locale. Potrà, pure, candidarsi alle elezioni amministrative ed essere un rappresentante degli stessi nelle vicende nazionali e locali. Potrà, inoltre, aderire a quegli strumenti partecipativi previsti a tutela del cittadino, quali il referendum, o la petizione popolare.


Infine, la cittadinanza riconosce la possibilità per la persona interessata di ottenere le prestazioni assistenziali garantite dallo Stato, quali la malattia, la pensione di vecchiaia, i sussidi per la disoccupazione, il reddito di cittadinanza e quant’altro.


Quali differenze con la cittadinanza europea?

Sebbene le due terminologie possano far pensare a due posizioni contrapposte, la cittadinanza italiana non si alterna alla cittadinanza europea, ma ne forma l’essenza.


Infatti, la cittadinanza europea è collegata alla cittadinanza del proprio stato d’appartenenza; una volta acquisita la cittadinanza italiana, pertanto, acquisirai automaticamente anche la cittadinanza dell’unione europea. Allo stesso modo, perdendo lo status di cittadino di uno stato dell’unione europea, perderai la collegata cittadinanza europea.


Grazie alla cittadinanza europea, i diritti previsti nel proprio Stato si ampliano e abbracciano tutti i territori degli altri stati membri. Così, il cittadino italiano avrà libertà di circolazione e di soggiorno anche in Francia, o in Spagna, avrà la possibilità di cercare lavoro in Germania, o in Olanda, avrà il diritto di votare i rappresentanti a livello comunitario, alle elezioni del parlamento europeo, o di farsi votare.


Alla stessa stregua, il cittadino europeo potrà candidarsi per ricoprire la carica di parlamentare europeo e, così, rappresentare gli interessi dei propri elettori e, in generale, di tutta l’unione europea.


Come succede nel territorio nazionale, anche in ambito europeo, il cittadino potrà presentare petizioni al Parlamento, insieme agli altri cittadini dell’unione e ricevere adeguate risposte.


Potrà, inoltre, essere tutelato dalle autorità diplomatiche degli altri paesi dell’unione nei territori extra europei, ove manchi una rappresentanza italiana. Così, se in una determinata parte del mondo, dovesse mancare un’ambasciata italiana, allora il cittadino italiano ed europeo potrà cercare aiuto presso l’ambasciata di altro paese dell’unione europea, consapevole di trovare un luogo sicuro.

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