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Immagine del redattoreSalvatore Cirilla

Adozione: quali sono i requisiti?

Abbiamo iniziato percorso pre-adottivo. Tuttavia, oggi, ci dicono che non abbiamo i requisiti perché ho un tumore con relative metastasi. Io sto bene e dovrà essere operata. Come posso fare per ottenere i requisiti?


In questi casi, le Commissioni sono molto meticolose nell’esame delle domande di disponibilità all’adozione.


Questo perché la legge sull’adozione si ispira alla tutela esclusiva dell’interesse del minore, e non alla tutela degli adulti a divenire genitori.


Per tali ragioni, chi è chiamato a valutare le condizioni di adottabilità non guarda all’esigenza di divenire genitori, piuttosto a garantire un futuro stabile ai minori.


E sotto questo aspetto, l’età e lo stato di salute del candidato incidono molto sulla valutazione di adottabilità.


Ad esempio, in un caso relativo alla disponibilità dei nonni ad adottare la nipote, questi sono stati giudicati inidonei a garantire una crescita equilibrata alla nipotina perché malati, non più giovani ed inoltre scarsamente disponibili, in concreto, unitamente ai loro quattro figli, ad occuparsi con il dovuto impegno della minore (Corte appello Cagliari, 05/06/1985).


Così, occorre trovare il modo per far si che la questione “salute” dell’aspirante genitore passi in secondo piano.


Difatti, come sostenuto dalla giurisprudenza, fermo restando che la salute fisica degli aspiranti alla dichiarazione di idoneità all’adozione vada valutata tenendo conto esclusivamente dell’interesse dell’adottando, che, già in stato di abbandono e con le sofferenze psicofisiche che tale stato comporta, ha diritto d’essere inserito in un ambiente familiare efficiente, stabile e di sicuro affidamento con riguardo anche alla salute dei genitori adottivi, qualora uno di essi presenti malattie, o “handicap”, o, comunque, menomazioni rilevanti, occorre valutare, caso per caso, se tali situazioni anomale siano tali da impedire all’adottante di adempiere compiutamente, con sufficiente efficienza fisica complessiva e con il necessario benessere psicologico, i compiti assistenziali ed educativi assunti con l’adozione di un minore proveniente, per di più, da una condizione di abbandono: va, cioè, valutato, di volta in volta, se il genitore possa, nonostante la propria limitazione fisica, svolgere le funzioni parentali che con un’estensione fattuale e cronologica tale da consentire al minore di sviluppare integralmente ed in senso positivo la propria personalità e di raggiungere un soddisfacente grado di autonomia personale (Corte appello Torino, 30/01/2001).


La strategia migliore, in questi casi, è quella di dimostrare che Lei, nonostante la malattia, sia in netta riprese, goda di una consolidata e non comune ricchezza interiore, assai più sviluppata rispetto alla norma per essere riuscita a compensare felicemente la malattia, e sia accompagnata dall’aiuto del coniuge, soggetto sotto ogni aspetto valido, perché ad esempio sano anche psicologicamente, interiormente vivace, accogliente ed empatico e ben consapevole dei problemi insiti nell’adozione di un minore, già in stato di abbandono.In tal senso, può essere utile un’assistenza legale, oltre che psicologica.


Non è, invece, praticabile, un’adozione monofamiliare, soprattutto se, come nel caso, il candidato non sia nelle condizioni di spostarsi, elemento imprescindibile per le adozioni internazionali.


Articolo tratto dalla consulenza resa dall’avv. Salvatore Cirilla

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