Quali sono i mezzi legali per ottenere il pagamento della fornitura effettuata in favore di una persona?
Al giorno d’oggi, crisi economica in corso, ottenere i pagamenti dai propri clienti sta diventando un vero e proprio miraggio. Sono molte, infatti, le aziende in crisi che, dopo aver intrapreso investimenti più o meno importanti, si sono ritrovate a dover chiudere i battenti a causa del lockdown dei mesi scorsi. Se fino ad oggi hai permesso loro di riprendere con calma l’attività imprenditoriale, al fine di rimetterti in carreggiata dal punto di vista economico, ora, devi pur pensare alle tue tasche; anche perché, c’è sempre il rischio che, col trascorrere del tempo, tu possa ritrovarti con un pugno di mosche in mano. E allora, cosa fare in questo caso? In questo articolo, scopriremo come recuperare soldi da un cliente, partendo dal tentativo stragiudiziale, fino ad arrivare alle azioni di esecuzione forzata previste dalla legge.
Puoi obbligare qualcuno a pagarti?
Partiamo da una regola generale: secondo il nostro ordinamento, non puoi farti giustizia arbitrariamente. Questo principio è comune a tutti gli ordinamenti statali evoluti dal punto di vista civico, e risponde all’esigenza di evitare il sorgere di cittadini sceriffi per le strade. Ciò significa che non potrai mai minacciare un male fisico al tuo cliente, nel caso in cui dovesse decidere di non pagare, ma dovrai utilizzare gli strumenti posti a disposizione dal legislatore.
E questo a prescindere dal fatto che il cliente non possa, o non voglia, pagare.
Esempio
Se dovessi incontrare il tuo cliente con una mazzetta di soldi in mano, non potrai con la forza fisica costringerlo a pagare, perché passeresti dalla ragione al torto, rischiando anche dal punto di vista penale, con il capo d’accusa di esercizio arbitrario delle proprie ragioni.
Il tentativo stragiudiziale
Prima di recarti da un legale, è giusto procedere in prima persona, in modo da evitare il pagamento delle spese legali. E così, scriverai una lettera, o una mail di sollecito al cliente, avvertendolo che, se non dovesse adempiere, procederai tramite legale.
Se non dovessi ricevere riscontri positivi, dovrai a questo punto recarti presso uno studio legale, specializzato in recupero del credito. Prima di avviare qualsiasi azione legale giudiziaria, il tuo legale tenterà la via stragiudiziale, al fine di ottenere il massimo risultato, col minimo sforzo, soprattutto economico.
Procederà, quindi, alla stesura di una intimazione che invierà tramite raccomandata, o posta elettronica certificata, al tuo cliente, consentendo allo stesso di pagare il debito maturato entro un determinato termine, e avvertendolo che, in mancanza di riscontro, procederà per le vie legali.
Alle volte, questa lettera è molto efficace, perché funge da deterrente verso chi, potenzialmente in grado di adempiere al pagamento del debito, ha fino a quel momento temporeggiato.
L’azione legale
Se anche la lettera a firma del legale non dovesse sortire alcun effetto, allora sarai costretto ad agire per le vie legali. Dopo aver consegnato al tuo avvocato la documentazione probante il rapporto con il cliente (contratto, ordini di acquisto, documenti di trasporto), sarai pronto a presentare un ricorso per ottenere un decreto che ordini al tuo cliente di pagare le somme avanzate.
Questo particolare procedimento ti permetterà, senza la partecipazione del cliente, di ottenere in via immediata un provvedimento di condanna al pagamento nei confronti del cliente e, alle volte, di ottenere la possibilità, in via provvisoria, di agire direttamente con un’azione esecutiva nei suoi confronti.
Dopo aver ottenuto il decreto, il tuo avvocato notificherà il provvedimento al tuo cliente, ora divenuto tuo debitore, che avrà tempo quaranta giorni per presentare opposizione. In mancanza, il provvedimento non potrà più essere contestato.
L’azione esecutiva
Una volta ottenuto il titolo giudiziale, con il quale l’autorità preposta ti riconosce il diritto di ottenere quanto da te legittimamente preteso, arriverà il momento di pensare a come recuperare materialmente le somme. Abbiamo visto che non puoi obbligare nessuno a pagarti, né puoi minacciarlo di un male fisico.
Esistono, tuttavia, dei rimedi giudiziari che ti permettono di recuperare le somme, sempre che il tuo debitore, ex cliente, sia in possesso di qualche bene di proprietà. Per evitare di anticipare spese legali inutili, c’è la possibilità di essere autorizzati dal presidente del tribunale di competenza ad accedere alle banche dati nazionali dei più importanti istituti statali, in possesso delle informazioni economiche relative al tuo debitore, quali conti correnti, rapporti di lavoro, pensioni, buoni fruttiferi.
Il rimedio per eccellenza è l’atto di pignoramento, che consiste in un’azione con la quale il creditore si ristora del credito vantato, acquisendo, contro la sua volontà, i beni del debitore.
Condizione fondamentale per poter agire col pignoramento, oltre ad essere in possesso di un valido titolo giudiziale, munito di una particolare formula che consenta l’esecuzione, è la preventiva notifica di un’intimazione di pagamento, denominata precetto, con la quale ammonire il debitore al pagamento delle somme vantate entro dieci giorni dalla ricezione della comunicazione.
Solo dopo che sia decorso quel termine potrai, quindi, procedere con l’azione in questione. Ma quanti tipi di pignoramenti esistono? Vediamo i principali.
Pignoramento mobiliare
Con quest’azione si agisce sui beni mobili del debitore:
auto, moto e qualsiasi altra vettura di proprietà del debitore;
il mobilio della casa,
le quote possedute presso società,
le somme di denaro, o i gioielli in possesso diretto del debitore.
Il tuo legale dovrà recarsi presso l’ufficiale giudiziario e concordare il momento dell’accesso presso l’abitazione del debitore, o altro luogo dove questi detiene oggetti di proprietà aventi valore commerciale. Un po’ più complesso è il pignoramento dei veicoli, o delle quote societarie, visto che occorrerà procedere preliminarmente con la trascrizione dei pignoramenti presso i relativi registri informatici.
Pignoramento presso terzi
Questo pignoramento, forse il più conveniente per il creditore dal punto di vista economico, prevede la possibilità di pignorare le somme di denaro, o gli altri beni, di cui il debitore risulta titolare presso un terzo. In pratica, andrai ad acquisire un bene di cui il tuo debitore risulta essere, a sua volta, creditore di un altro soggetto: agirai contro il debitore del tuo debitore.
Classico esempio è il pignoramento del conto corrente bancario, dove la banca risulta debitrice del tuo debitore per le somme depositate da quest’ultimo presso la filiale. Altro caso è il pignoramento della pensione, dove il terzo pignorato sarà l’INPS, debitore del tuo debitore in virtù delle somme che versa mensilmente.
Dopo che l’ufficiale giudiziario avrà notificato il pignoramento al debitore e al terzo, attenderai la dichiarazione di quest’ultimo che confermerà o meno di essere debitore del tuo cliente e, così, ti permetterà di valutare se il pignoramento avrà esito positivo, o negativo.
È anche possibile che il terzo possa non essere sincero. In questo caso, il tuo avvocato rileverà le incongruenze davanti al tribunale e, anche grazie alle prove testimoniali che si acquisiranno, potrai dimostrare al giudice che le dichiarazioni del terzo sono false, così ottenendo ugualmente il pignoramento delle somme individuate.
Facciamo un altro esempio: se sei a conoscenza che il tuo debitore lavora presso un’azienda e decidi di pignorare lo stipendio, ma il suo datore di lavoro trasmette una dichiarazione negativa, smentendo l’esistenza di quel rapporto, allora potrai chiamare a testimoniare i colleghi del tuo debitore, che testimonieranno l’esistenza di quel rapporto, non potendo dichiarare il falso.
Pignoramento immobiliare
Questo è di certo il pignoramento più costoso perché riguardante un bene immobile, quale la casa del debitore, o altra unità di proprietà dello stesso.
Con questo pignoramento riuscirai a mettere all’asta il bene del debitore, al fine di poter ottenere dal ricavato della vendita la soddisfazione del tuo credito.
Tuttavia, come anticipavo, si tratta di una procedura molto costosa, che può costringere il creditore a dover anticipare spese legali per diverse migliaia di euro, con il rischio di non poterle recuperare, in caso di mancata vendita dell’immobile pignorato.
Pertanto, è sempre consigliato agire con questo pignoramento solo quando il credito è di una certa rilevanza, consapevole che, se dovesse essere venduto, avrai la possibilità di soddisfarti a pieno; risultato che, in quei casi, non potresti ottenere con un pignoramento mobiliare.
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