È possibile utilizzare la strada riservata alle ambulanze per fare la pipì o altri bisogni?
I bisogni fisiologici coinvolgono tutti noi: quando siamo fuori casa è sempre una preoccupazione ed individuare i bagni più vicini diventa una delle prime cose da fare. Il problema più grosso, tuttavia, è per chi viaggia e fa tanti chilometri; molte volte trovare un’area di sosta o un rifornimento diventa un miraggio, come un’oasi in un deserto. Ma cosa accadrebbe se ti scappasse e, al contempo, ti ritrovassi imbottigliato nel traffico, o a decine di chilometri di distanza dalla prossima area di sosta? Potresti utilizzare la corsia di emergenza in caso di bisogno fisiologico? In questo articolo vedremo le caratteristiche che deve avere tale tratto stradale, la sua funzione e le conseguenze di un suo illegale utilizzo, fino ad arrivare al nocciolo della questione: è possibile utilizzare tale corsia, riservata a situazioni di emergenza, per fare pipì?
Cos’è la corsia di emergenza?
Con il termine corsia di emergenza, il codice della strada [1] intende individuare un tratto di strada adiacente alla carreggiata, destinata alle soste di emergenza, al transito dei veicoli di soccorso ed al movimento dei pedoni, nei casi in cui sia ammessa eccezionalmente la circolazione degli stessi.
In caso di sosta e di necessità di scendere dal veicolo, è necessario l’utilizzo dei giubbini segnaletici al fine di avvertire, soprattutto nelle autostrade, gli altri viaggiatori della tua presenza, così evitando delle brutte sorprese a te e a loro.
Quali sono le caratteristiche tecniche?
La larghezza della corsia di emergenza, per tale intesa la distanza tra le strisce che delimitano la corsia stessa, varia in un intervallo tra 2 e 3,5 metri [2]. Questa larghezza deve essere mantenuta il più possibile costante, salvo che si arrivi in prossimità delle intersezioni con altre corsie.
Inoltre, in curva occorre tener conto del tipo di veicoli in transito e del raggio di curvatura, così da procedere ad un idoneo allargamento della corsia stessa. La corsia di emergenza deve, infine, essere separata dalle corsie di percorrenza da una striscia continua bianca di 12 cm di lunghezza, avente il fine di indicare al guidatore l’impossibilità di oltrepassarla, a differenza della classica linea tratteggiata.
Quando può essere utilizzata?
È facile dedurre come questa corsia sia ideata solo per casi estremi, utili a risolvere questioni vitali per chi è alla guida della propria autovettura: pensiamo ai casi di incidente stradale, a malori improvvisi, a guasti alla propria autovettura.
Inoltre, la corsia potrebbe risultare molto utile per il passaggio dei mezzi di soccorso, o di assistenza, o per la fuga e la messa in sicurezza di pedoni coinvolti in un incidente. Insomma, questo tratto stradale è riservato ai casi estremi, dov’è messa in pericolo la vita dei guidatori e dei passeggeri.
Conseguenze di un illecito utilizzo
L’utilizzo illecito della corsia d’emergenza provoca una serie di conseguenze spiacevoli per il guidatore imprudente. Sanzione principale è la decurtazione di punti sulla patente di guida alla quale segue una sanzione che può andare da euro 370 fino ad euro 1.485.
La legge vieta, inoltre, la possibilità di fare retromarcia sulla corsia di emergenza, salvo i casi di manovra necessari nelle zone di servizio o a aree di parcheggio. È, inoltre, assolutamente vietato richiedere o concedere passaggi agli autostoppisti.
Non dimenticare, infine, di tenere le luci di posizione accese di notte, per segnalare la tua presenza. Rischieresti oltre ad una bella multa, anche per la tua vita.
I bisogni fisiologici rientrano nei casi di possibile utilizzo?
Secondo la Cassazione [3] i bisogni fisiologici rientrerebbero nei casi di possibile utilizzo della corsia di emergenza. Il caso trattato dalla giurisprudenza riguardava un tassista che, percorrendo il grande raccordo anulare, si accostava nella corsia di emergenza per l’improcrastinabile necessità di fare pipì.
Secondo la giurisprudenza di legittimità, nel concetto di bisogno fisiologico deve rientrare qualsiasi malessere fisico che non permetta al guidatore di mantenere il richiesto livello di attenzione alla guida e, pertanto, anche il bisogno fisiologico di andare in bagno, posto che dovrebbe valutarsi, di caso in caso, la resistenza di un essere umano (valutazione più che soggettiva).
Che succede se la mia sosta provoca un incidente stradale?
Ma cosa accade se quella sosta, necessitata da un bisogno fisiologico, dovesse provocare un incidente stradale, per lo più mortale? È quello che è successo al tassista appena citato, nello sventurato evento che lo ha visto coinvolto.
Più nel dettaglio, il tassista, mentre risaliva sulla propria auto, veniva violentemente tamponato da un motociclista che, a seguito della caduta, moriva. Ebbene, nonostante il capo d’accusa, omicidio colposo, la Cassazione confermava l’assoluzione per l’imputato, posto che il bisogno fisiologico indifferibile fa venire meno quella colpa generica inizialmente addossata in capo al tassista, non essendo configurabile quella negligenza e imprudenza penalmente prevista dal codice.
Nel caso, ad assistere la tesi difensiva del tassista sovveniva anche la mancanza di frenate da parte del centauro: tale assenza, infatti, ha spinto i giudici di legittimità a presumere che l’impatto, avvenuto di mattina, in pieno sole, fosse dovuto ad una possibiledisattenzione del motociclista.
Note
[1] Art.3 Codice della strada
[2] Art. 140 Regolamento Codice della Strada
[3] Corte di Cassazione, sentenza n. 13124/19 del 26 marzo 2019
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