Come vengono regolati i costi legali in capo all’imputato e alla persona offesa?
Subire un giudizio penale è sempre antipatico, oltre che molto pericoloso: in gioco c’è la propria libertà personale, a cui nessuno vuole mai rinunciare. Per questo, hai sempre bisogno di un avvocato che rappresenti e difenda i tuoi diritti; ciò significa costi da sostenere, in quanto l’avvocato ha diritto al pagamento della sua attività professionale. Ma che possibilità ci sono di recuperare le somme spese in un giudizio avviato ingiustamente, o conclusosi con la completa assoluzione? Cosa succede se l’azione penale è avviata a causa di una querela di una persona? E cosa succede se, invece, il procedimento è avviato d’ufficio dallo Stato? La domanda è più che lecita, visto che, a fronte di una ingiustizia ricevuta, qual è un procedimento penale immeritato, rischi di dover sostenere pure le spese del legale e, quindi, di pagare per qualcosa che non avresti mai dovuto subire. In questo articolo, dopo aver analizzato il concetto di spese legali, vedrai come si atteggia la liquidazione delle spese tribunale causa penale, sia con riferimento all’imputato, sia con riferimento alla persona offesa.
Concetto di spese legali
Con il termine spese legali si suole indicare l’insieme dei costi che una parte processuale è obbligata ad affrontare per un giudizio, o semplicemente per una determinata questione legale.
All’interno del concetto, vanno inserite tutte le voci di spesa necessitate per una determinata pratica, quali ad esempio:
marche da bollo e contributi unificati;
spese di notifica di lettere e atti;
spese di viaggio in udienza;
spese di segreteria;
compensi dell’avvocato.
Solitamente, queste voci sono tutte inserite nella parcellache ti presenta il legale che, una volta incassata la somma, viene tramutata in fattura, rilevante ai fini fiscali e utile per le eventuali detrazioni.
Determinazione delle spese legali
Se le spese effettive sono di facile e prevedibile calcolo (si pensi alla marca da bollo richiesta per la prenotazione di una copia conforme, o al contributo unificato necessario all’iscrizione di un giudizio), i compensi del legale sono volubili, e dipendono da una serie di circostanze, quali la difficoltà della pratica legale, la durata del giudizio, il valoredella causa e quant’altro.
Al fine di evitare brutte sorprese, il legislatore è intervenuto ponendo, in capo al legale, l’obbligo di trasmissione di un preventivo di massima che possa prevedere una spesa approssimativa.
In mancanza di questo preventivo, il professionista avrà, comunque, diritto ad ottenere i compensi per l’attività espletata, ma l’ammontare dovrà essere calcolato nel rispetto dei parametri previsti dalla legge [1].
Su chi ricadono le spese legali?
Nel giudizio civile, come anche in quello penale, seppur con alcuni correttivi (che vedremo), vince il principio della soccombenza: chi perde la causa è costretto a pagare non solo il proprio avvocato, ma anche quello della controparte, uscita vittoriosa dalla causa.
Tuttavia, come anticipavo, se nel giudizio civile ci ritroviamo dinanzi a due parti che cercano di far valere diritti e interessi privatistici, nei processi penali la situazione muta, in quanto gli interessi in ballo non sono (sempre e solo) privatistici, ma anche di natura pubblica. Infatti, in ambito penale, i giudizi possono essere avviati oltre che per impulso di un privato (la classica querela), anche d’ufficio, direttamente dalla procura, o dalle forze dell’ordine.
E così, se in ambito civile è facile individuare il responsabile, al fine dell’ottenimento di una condanna alle spese, in ambito penale, chi pagherà le spese legali? Procediamo con ordine.
Spese legali dell’imputato
Chi si ritrova imputato in un giudizio penale ha necessariamente bisogno di un avvocato per potersi difendere in giudizio, tant’è che, se l’imputato non può permettersi economicamente un legale, questo gli verrà assegnato dalla legge, che così si accollerà tutte le spese legali.
Se hai la necessità, oltre che la forza economica di designare un avvocato di fiducia, dovrai mettere in conto che le spese legali sostenute per difenderti non ti saranno rimborsate, a meno che il processo penale sia stato avviato e coltivato dalla persona (presunta) offesa, tramite querela.
Infatti, in caso di processo penale avviatosi a seguito di querela e conclusosi con l’assoluzione dell’imputato, avrai la possibilità di rivalerti delle spese legali liquidate dal giudice ai danni del querelante.
Ma se il procedimento si è avviato per interesse dello Stato, nessun ristoro sarà previsto per l’imputato assolto e dovrai, quindi, abbandonare l’idea di ottenere un rimborso.
Spese legali della persona offesa
Situazione differente, e più garantista, vive la persona offesa del reato e, quindi, la vittima della condotta criminosa dell’imputato.
Qui, infatti, in caso di condanna, il giudice emetterà un ordine di pagamento delle spese legali sostenute dalla vittima sempre ai danni dell’imputato, o – se differente – del responsabile civile del reato. Per ottenere ciò, però, quest’ultima dovrà costituirsi entro i termini di legge come parte civile nel processo penale, coltivando insieme al pubblico ministero l’azione penale.
Se da un lato le spese legali saranno sempre riconosciute in caso di condanna, dall’altro non sempre è sicuro che l’imputato abbia la voglia, o la possibilità, di pagare le spese liquidate dal giudice.
Se il condannato non vuole pagare?
Se l’imputato, poi condannato, ha la possibilità economica di pagare, ma non collabora, allora potrai avviare l’azione esecutiva finalizzata a recuperare forzosamente quelle somme.
Così, il tuo legale procederà dapprima a ottenere l’apposizione della formula esecutiva sulla sentenza di condanna che dovrà essere notificata, insieme ad un atto di intimazione (denominato, atto di precetto), al condannato, con la diffida ad adempiere al pagamento entro dieci giorni e con la minaccia di agire con un pignoramento in caso di mancato riscontro.
Se quel precetto non dovesse avere alcun effetto, allora sarai costretto ad indagare sulle possidenze del tuo debitore al fine di valutare lo strumento più adatto per soddisfare le tue pretese:
pignoramento della casa di proprietà;
pignoramento di autovetture o motoveicoli di proprietà;
pignoramento di quote societarie intestate;
stipendi, o pensioni.
Se il condannato non può pagare?
Problema più grosso è se il condannato non ha la possibilità di pagare, perché nullatenente. In questo caso, una qualsiasi azione esecutiva sarebbe infruttuosa.
Pertanto, d’accordo con il tuo legale, attenderai tempi migliori, magari sperando che il condannato, una volta scontata la pena, possa riabilitarsi e riprendere l’attività lavorativa, necessaria a soddisfare le minime esigenze vitali.
Solo così, un domani, potrai sperare di recuperare le spese anticipate al tuo legale per ottenere la condanna dell’uomo, dovendoti fino a quel momento accontentare di aver avuto giustizia solo dal punto di vista penale.
Note
[1] Decreto ministeriale n.55/2014
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